Cultura del prodotto e sviluppo commerciale: quando il dialogo fa la forza.
L’azienda d’Arta è una realtà interamente a conduzione familiare, con sede centrale e produzione principale nel cuore delle Fiandre, la regione agricola più ricca d’Europa, che rappresenta il 30% della produzione di verdure surgelate.
Ha uno stabilimento in Portogallo posizionato strategicamente per l’approvvigionamento di colture mediterranee, quali broccoli, peperoni, zucchine, pomodori e fragole e, attraverso l’acquisizione di aziende italiane di produzione agricola, sta ampliando la sua presenza sul mercato italiano.
A CAST Impresa è stato dato l’incarico di prendere una decina delle loro referenze da presentare al mercato italiano (mix di verdura collaudati e
apprezzati soprattutto nel mercato centroeuropeo), valutarne il possibile impatto sul gusto degli italiani (segmentati per età e distribuzione territoriale) ed allestire delle preparazioni che le utilizzassero come ‘basi’ per costruire piatti completi utilizzando ingredienti aggiuntivi (carni, pesci, molluschi e crostacei, aromi e salse) in grado di garantire prodotti completi interessanti sia per la ristorazione d’alto profilo, sia per la ristorazione veloce di qualità.
La qualità intrinseca dei prodotti d’Arta è molto buona, almeno quella che Nicola Michieletto e il suo staff di ricerca e sviluppo di CAST Alimenti, ha avuto il compito di sperimentare. Dopo due giornate intense di sperimentazione, di valutazione del profilo sensoriale e del food cost di ogni singola preparazione, individuandone l’uso commerciale preferenziale, si sono costruiti gli argomenti di vendita utilizzati per presentare le referenze d’Arta ad un grande gruppo di Food Service per il canale Horeca. E’ stato un successo.
Quel che interessa è il metodo e le condizioni proficue che si sono create grazie ad un gruppo agroindustriale di livello internazionale che ha avuto l’apertura mentale e la disponibilità a discutere i propri prodotti (alla fasi di analisi e di elaborazione dei piatti sono sempre stati presenti il responsabile centrale R&D del gruppo ed il responsabile commerciale Italia) già molto apprezzati a livello europeo e dialogare con chi quotidianamente si confronta col mercato del consumo gastronomico italiano, ne conosce le dinamiche, i vincoli, le insidie economiche: una scuola, non un singolo professionista. Una scuola che ha messo in campo non solo il suo staff di specialisti chef e i suoi laboratori, ma anche project manager in grado di tirare le fila di un processo di miglioramento e di dialogo tra organizzazioni con culture e linguaggi diversi.
Il tutto finalizzato a misurarsi con un potenziale cliente che deciderà se inserire dieci nuove referenze nel suo affollato carnet e lo farà in base a criteri di originalità, attrattiva e alla fine di marginalità. Le chiacchiere in questo caso stanno a zero, il dialogo invece sta a cento: quando culture e competenze diverse e complementari dialogano, uscendo dallo spazio confortevole della cultura aziendale e dal collaudato, ecco che i risultati arrivano e il conto economico li registra.